BALDI, CINQUINI E DI SACCO
Divergenze e affinità pittoriche
Dal 11 novembre alle 18:00 al 25 novembre alle 18:00
OFFICINA DADA BOOM
Via Minghetti, 12, 55049 Viareggio (Lucca)
L' Officina Dada Boom, tenendo fede ad una abituale considerazione e rispetto della diversità dei generi espressivi e della pluralità dei linguaggi, presenta una singolare esposizione di tre distinte personalità di autori, ognuno dei quali esprime una propria sensibilità. L'intento è di presentare una variegata realtà interpretativa analizzando le varie peculiarità, da elemento puramente estetico e suggestivo dietro a cui si celano storie, a una ricerca che va oltre diventando espressione di una identità personale e di pensiero di: Brunello Baldi, Daniele Emilio Cinquini e Glauco Di Sacco, tre artisti, già affermati che lavorano realizzando opere relative alle varie tematiche mostrando una fantasiosa varietà di rappresentazioni. Sperimentazioni che sottintendono travagli e scelte personali o ricordi d'infanzia trasformando l'esposizione in un caleidoscopio emozionante di colori e fantasia.
Brunello Baldi:
Cerca un’impronta sentimentale e intimista non priva di un simbolismo, che possiamo ritrovare sia nelle figure che nel paesaggio. I suoi dipinti sono dei racconti dove gli oggetti prevalentemente del quotidiano si incontrano e si contrappongono di dipinto in dipinto in un misterioso dialogo, che si realizza principalmente nella loro reciproca relazione, in una atmosfera rarefatta e sospesa, come in una contiguità psicologica ricreando un unicum costituito da contiguità psicologiche e orizzonti che si allineano. Dipinge oggetti, scene campestri, paesaggi, creando inquietanti atmosfere surreali e metafisiche, non prive di una armonica liricità. Baldi è un pittore nel senso del termine, usa una tavolozza ricca di toni e di timbri, dando grande importanza alla luce. La potenza dell’evocazione, l’interesse per il surreale, sono costanti della sua visione. I suoi colori definiscono la scena con minuziosa, con un cromatismo spinto e ordito di contrasti fra complementari con una perfetta armonia data anche da una misteriosa relazione che gli oggetti rappresentati, stabiliscono sulla scena del dipinto che suscita emozione in chi guarda.
Daniele Emilio Cinquini:
Segna con le sue brulicanti visioni il disordine ma anche l’idea di un ordine possibile. Indica le fragilità e a tratti l’oppressione di un labirinto sul quale però alla fine sembra prevalere la convinzione che la frenesia metropolitana possa trasformarsi in dinamismo, naturale sbocco positivo dell’energia del genere umano.
L’immaginazione è di tipo scientifico, atomico, interessata alla distruzione del mondo e alla sua rinascita per vie pazze e fantasiose. Scandaglia con l’immaginazione l'incessante movimento delle sostanze reali, pronte ogni volta a raccogliersi nei poliedrici condensati meccanici nei quali Cinquini mira a riassumere buona parte dell’energia espressiva del mondo. L'astrattismo lirico rivela anche un grande amore per la propria città, in particolare nel timbro cromatico che ne evoca il tono locale: il mare, il sole, e la vivacità stessa di Viareggio.Tale pittura conserva il ricordo dell'avanguardia del 900 e alcune grandi figure che ad essa appartennero, si lega bene alla continuità storica di una grande tradizione. Dalle sue opere emerge una volontà di esprimere con forza un atteggiamento etico sulla difesa dell'ambiente oltre alla valorizzazione della memoria storica.
Glauco Di Sacco:
Il motivo ispiratore è quello dalla tecno- logia e dalla sua artificialità’ che pervade anche nel mondo della natura con la sua serialità. Usa sovrapposizioni e stratificazioni delle più svariate immagini riferendosi al mondo globale con una tecnica e una formazione artistica senza alcun dubbio di derivazione Pop Art. L’immagine guadagna in scatto come una singolare nuova forma di Digital Art, diviene quasi difficile orientarsi nell’immediatezza delle varie sovrapposizioni e stratificazioni. Di sacco focalizza la sua attenzione sulla eterogeneità di un mondo conflittuale, metropolitano, che trova la propria armonia in uno sguardo che è “da lontano”, siderale, e allo stesso tempo intimamente vicino e vissuto con pathos interiore.
Popolato da icone e codici cibernetici e futuribili mitologie che occupano già e sempre più il nostro presente. Simbolismi che lasciano presagire macroscopiche teorie del caos, dove in una polverizzata atomizzazione si smarrisce l' individuo che inquietamente si agita in una realtà di non luoghi, ma che ogni frammento o brandello di questo caotico mondo lascia intravedere un frattale dell'anima.
Vernissage e brindisi con gli artisti, presentazione mostra.
Perfromance artistiche di Laura Serafin, Ina Ripari, Alerti (Alevegan Sarti) e David Brogi.
Concerto della Serpe d'Oro
Foto di Enzo Correnti (C) copyright
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