martedì 18 luglio 2017

RHESIS - Performance di Ina Ripari e Rita Esposito



RHESIS - Performance di Ina Ripari e Rita Esposito
ART PERFORMING FESTIVAL (seconda edizione 2017)
a cura di Gianni Nappa.
Galleria Principe di Napoli e Artisti in Vetrina Gino Ranmaglia.
Napoli, 18 luglio 2017
Foto di Enzo Correnti (C) copyright



















































“La performance rappresenta l’incontro sinergico fra le personali ricerche di due artiste che ormai da tempo si propongono sul panorama dell’arte contemporanea declinando le diverse sfaccettature dell’animo femminile ciascuna con un linguaggio individuale e ben caratterizzato.

Ina Ripari (Misilmeri, 1959) è artista figurativa e performer che da pessimista concettuale si è trasformata nel tempo in una voce critica che usa la sua arte per gridare rabbia e disappunto dinnanzi ad una società indifferente e crudele. Usa la materia, il colore, lo stesso suo corpo, in una totale libertà di azione, come armi di difesa ed offesa contro i malesseri della società.

Rita Esposito (Napoli, 1968) è architetto artista che predilige la pittura come linguaggio preferenziale per l’espressione delle sue intime riflessioni; per ciò che attiene al mondo della manifestazione del femminile ha condotto ricerche, attraverso l’uso dei propri mezzi espressivi, attraversando i campi del dolore e della sofferenza, recuperando la forza ed il coraggio delle guerriere archetipe, per giungere alla riscoperta della sacralità universale del Femminino.

Nel 2014 le due artiste si incontrano allo IAC ( Incontro Artisti Contemporanei) di Napoli e da allora a legarle è un forte sentimento di stima reciproca per i personali percorsi artistici che procedono paralleli come binari per uno stesso treno.
Infatti è potente legante, per il loro rapporto, il riconoscere un alto valore etico e una funzione incisiva e rivelatrice all’operato artistico.
Nel corso della loro attività entrambe hanno dedicato un capitolo importante della propria ricerca alla figura mitologica di Medea, che è stata interpretata dalle due donne secondo visuali e prospettive diverse, talvolta antitetiche.
La Medea della Ripari è una Medea oscura che riconosce il proprio peccato e il proprio dolore e che fa della materia nera, densa come pece, un percorso di espiazione e forse di liberazione.
La Medea della Esposito è ribaltamento del mito, a favore di un candore innato e che grazie ad un processo di lenta smaterializzazione del colore approda alla riscoperta della sacralità insita nella Donna: MeDea= la Dea che è in Me.

La performance partendo dalle opere rappresentative dei due percorsi, mira alla ricerca della conoscenza e dell’armonia delle molteplici facce del Femminile di cui le due artiste sono interpreti.
Lo spettatore assisterà all' incontro/scontro delle due donne, in una performance che prelude ad un rituale fatto di movimento di corpi, manipolazione di materia, campo di interazione di stati emozionali per il riconoscimento della diversità dell’altra in un tentativo di raggiungimento di un’unità che è umana oltre che artistica.”

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